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Keplero e Goce. Dalla Terra alla Terra

di Gigi Donelli

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24 febbraio 2009

La Terra come non l'abbiamo mai vista e la ricerca di Terra 2, un mondo nuovo oltre i confini del nostro sistema solare. Il mese di marzo annuncia due missioni spaziali di rango, cariche di suggestioni e di implicazioni per il futuro prossimo e per quello più lontano: sono Keplero dell'agenzia spaziale americana Nasa e Goce dell'europea Esa. Lanci previsti tra il 5 e il 16 marzo. Da Cape Canaveral per la sonda esplorativa americana, e dal cosmodromo russo di Plesetsk per quella europea.

Keplero, cacciatore di mondi
Quattro secoli dopo la pubblicazione del suo Astronomia Nova, le leggi sulle orbite ellittiche fissate dal tedesco Johannes Kepler rappresentano ancora un modello di descrizione del moto dei pianeti intorno alle loro stelle. Ora, la missione che porta il suo nome, volge lo sguardo oltre il sistema solare, cercando nella Via Lattea altri mondi possibili. Spingendosi fino a 3mila anni luce, nel mirino del fotometro di Keplero ci sono i pianeti solidi, composti di rocce e silicati. Non solo devono avere consistenza, ma anche la distanza giusta dalla loro stella da consentire - almeno sul piano teorico - la presenza di acqua allo stato liquido e dunque di forme di vita come noi le conosciamo e rientrare dunque nella cosiddetta "fascia di vivibilità".

Corsa agli esopianeti
La corsa agli esopianeti (pianeti esterni al sistema solare) è appena iniziata ma ha già raccolto quasi 300 mondi accertati. La prima scoperta risale al 1995, poi segnalazioni e conferme sono arrivate quasi ogni mese. La maggior parte degli esopianeti sono stati scoperti tramite metodi di osservazione indiretta, piuttosto che attraverso le osservazioni ottiche al telescopio: si guarda una stella e si legge la variazione di luce o addirituura il profilo di un corpo molto più piccolo che gli passa davanti. Per questo la maggior parte dei pianeti individuati sono - inevitabilmente - campioni della famiglia interplanetaria dei giganti gassosi, giganti come Giove e Saturno, belli da vedere e in fondo inutili. A Keplero si chiede invece selezione rigorosa.

Il metodo dei transiti
Appena raggiunta la sua orbita operativa, Keplero avvierà un lavoro di 4 anni di osservazione della fascia intermedia di quasi 100mila stelle della nostra galassia. Con una potenza di osservazione che non ha precedenti e libera dalla maschera della nostra atmosfera, la luce verrà raccolta da un telescopio speciale dotato di uno specchio del diametro di 140 centimetri e "letta" da un fotometro da 95 milioni di pixel. L'indagine ricorrerà al cosiddetto "metodo dei transiti", che consiste nel misurare il calo di luminosità di una stella in conseguenza del passaggio sul suo disco di uno dei suoi pianeti. Alte le aspettative: secondo le ricerche più recenti circa l'1% delle stelle è circondato da pianeti e un pianeta come la Terra ha una probabilità vicino allo 0,5% di transitare sulla sua stella. Keplero, il cacciatori di mondi oltre il nostro sistema solare potrebbe scoprire tra 50 e 500 pianeti di taglia terrestre e un migliaio di giganti gassosi.

Goce guarda
La risposta europea all'indagine di Keplero aveva già un nome (Eddington) e un progetto avanzato, ma le difficoltà di budget hanno spinto l'Esa al taglio. Pronta a partire è invece ora la missione Goce (Gravity Field and Steady-State Ocean Circulation Explorer) che, nell'ambito del programma europeo di osservazione della Terra, avrà il compito di misurare il campo magnetico terrestre e fornire dati preziosi per comprendere il reale andamento del clima terrestre. Se Keplero cerca nuovi mondi, Goce cerca di darci gli strumenti per capire meglio e tutelare il nostro. La misurazione del campo gravitazione terrestre permetterà di migliorare la comprensione della circolazione delle correnti oceaniche, che contribuiscono a determinare il clima terrestre. Il satellite a differenza dei precedenti satellite climatici ESA come Envisat è un satellite compatto e rappresenta la nuova politica ESA, che preferisce puntare su satelliti di piccole dimensioni e specializzati su compiti specifici. Un modo di fare i conti con il bilancio, ma anche con l'attualità più stringente.

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